Social love. L’amore ai tempi di internet. Nel mondo dei normali. Parte sesta

“Allora ti ha chiamata?” “No, ma vedo che è connesso su facebook!”; “Lui ha cambiato il suo stato, ora è impegnato!”; “Ha scritto che qualcosa non va, che ha paura, ma non sarà riferito a me?!”; “Oddio, Lalla è incinta!”.

Ecco, qualcuno ci ha già pensato e da tempo ha scritto un libro sull’amore ai tempi di facebook, che io non ho letto ma non credo di essermi persa granché (salvo che poi magari mi ricrederò!), in ogni caso una riflessione in più sull’amore, e altri sentimenti, quando in mezzo ci sono i social network, forse non è di danno a nessuno/a, soprattutto se, nel farla, usiamo un po’ di ironia.
Quando sei su un social network – per quanto tu intelligentemente possa usare tale strumento – è come se la tua casa fosse fatta di pareti di vetro e collocata in piazza duomo. Ci sei tu in costume da bagno, tu sconvolta alle 3 di notte dopo che ti sei bevuta una distilleria, tu incazzata perché sei al mare e ci sono 40 gradi ed è da due giorni che litighi con il tuo oramai ex fidanzato. E poi ci sei tu che scrivi e che si coglie subito se sei di destra o di sinistra o non ti frega niente, se sei una che compra scarpe, che legge libri, che ascolta musica, che parla di viaggi, che scrive  “mi faccio un té”, che si alza col broncio, che sputa sentenze, che vive con un gatto, che. Un biglietto da visita insomma, una merce di sé stessi. Ovviamente ci presentiamo nel migliore modo possibile (o crediamo di farlo) sia che siamo femme fatale, perenni adolescenti, persone impegnate, sia che ci sentiamo madri, amiche del mondo, amanti, disponibili/indisponibili, romantiche, aggressive, pantere, gattamorte, uno zoo alla mercé di tanti/tutti.
Di questo ne siamo tutti/e consapevoli, magari solo ce ne dimentichiamo a volte, quando la spontaneità prende il sopravvento e la nostra immagine guizza in rete così com’è davvero, senza la mediazione del cavo, senza pensare che solo i tuoi 456 “amici” leggeranno ciò che scrivi (che poi nella vita reale, quanti amici veri vuoi avere? Si contano sulla dita di una mano! Mentre sul social network è uno sbandieramento continuo di stati/opinioni/foto in mutande, dove ci sei anche se non hai un account). È bello? È brutto? Non lo sappiamo, però fa riflettere…
Ma la cosa che ha rivoluzionato e rivoluziona continuamente il vivere umano è che sui social network ci si innamora anche! “Ah, quello ha postato due volte il video di Padania degli Afterhours, è sicuramente l’uomo della mia vita”; “quello, nooooo, credevo fosse single!; “e lui? Ha scritto come orientamento politico Di Pietro, te ne pregooooo”.
Conosci qualcuno e speri abbia il profilo aperto, così fai un po’ la stalker. Aggiusti il tuo con una foto carina e elimini quelle in cui sembri la signorina Silvani.
Esci con una persona per la prima volta e tu ti immagini già che, come tornerete a casa, posterà qualcosa che ti faccia capire che la serata è andata OK.
Lui finalmente molla la tipa e speri ritorni con te.
Sai perfettamente i movimenti del tuo ex che ha il profilo completamente aperto!

Magari, poi, una volta su un milione, in questo modo nascono anche storie lunghissime, il tempo ce ne renderà conto! O magari una storia veloce ma intensa, tanto sai già tutto di lei/lui! O un rifiuto secco.
Quello su cui voglio riflettere, però, è questo: da persone reali in carne ed ossa, tutta questa vita virtuale, oltre a permetterci magari di conoscere genericamente più gente, di stare in contatto, ecco, oltre a questo, non è possibile che ci tolga anche qualcosa nel rapporto umano? Non è che brucia delle tappe di scoperta dell’altro, di conoscenza? È vero ci permette di vagliare subito certi atteggiamenti e magari (e spesso) di accorgerci di ciò che non va, sapere come si pone l’altro ci preserva da fregature, ma non vi sembra anche un po’ il fast food dei rapporti umani?
Senza contare poi che esiste anche quella gente che vive per poi scrivere sui social network quello che ha vissuto, e questo è forse un po’ perverso, come lo sbandierare proprio tutto, il far per forza sapere al mondo, il togliere ogni curiosità/istinto verso l’altro/a.
Lo so che chi leggerà dirà “eh no, io non mi faccio fregare, perché uso internet con criterio!” e nemmeno questo vuole essere un polpettone moralistico, per carità, che son io la prima consumatrice folle.
Solo che ora che sapete tutto, non vi manca la magia di non sapere qualcosa?

La Tempesta

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